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Riapre il Bunker di Villa Ada senza prenotazioni

mappa villa ada

Villa Ada Savoia, 160 ettari di  parco a nord di Roma, comprende Monte Antenne, Monte della Finanziera, Colle del Roccolo e Colle delle Cavalli Madri, è considerato un patrimonio storico-naturalistico. Nella parte più settentrionale troviamo Forte Antenne, il cui nome trae origine dall’antica città di Antemnae, (ante amnem, davanti al fiume), dove Tevere e Aniene si incontrano all’altezza di Ponte Salario.

A Villa Ada transita anche in parte l’Acquedotto Vergine, che porta acqua alla Barcaccia di Piazza di Spagna, che ha origine da Salone, Est di Roma, sulla via Collatina. Lungo la via Salaria troviamo anche le Catacombe di Santa Priscilla, visitabili. Alla metà del XVI secolo si parla di due casali, campi e vigne.


Qui dimorò il Principe Pallavicini, che fece costruire il Casale e il Tempio di Flora e il Belvedere. Intorno al 1839 prende il nome di Villa Potenziani, dal nome del nuovo proprietario. Tra il 1872 e il 1878 nasce Villa Savoia, a seguito dell’acquisto da parte di Re Vittorio Emanuele II, che ingrandisce la precedente. Successivamente viene venduta da Re Umberto I  la vende all’amministratore dei beni della casa reale, che gli da il nome della moglie, diviene così Villa Ada. Dopo altri due passaggi torna ai Savoia, con Vittorio Emanuele III, che ne fa la sede ufficiale nel 1919, per poi lasciarla definitivamente l’8 settembre 1943. Tra il ’44 e il ’46 viene occupata dal Comando Tedesco e dopo la Liberazione dalle Forze Alleate.

È il 1958 quando 38 ettari della Villa aprono al pubblico dopo essere stati consegnati al Comune di Roma. Diviene interamente patrimonio comunale, ad eccezione della Palazzina Reale, nel 1996, che l’anno successivo diventa di proprietà della Repubblica Araba d’Egitto, già sede dell’Ambasciata dagli anni ’50. Gesto di riconoscenza dei Savoia per l’accoglienza ricevuta nell’esilio.

via di fuga

Abbiamo detto che la villa è stata la dimora ufficiale dei Savoia, che nei sotterranei ricavarono un rifugio antiaereo. Fu Mussolini che verosimilmente tra il ’40 e il ’41, non sono stati trovati documenti al riguardo, fece costruire quello che oggi chiamiamo il Bunker di Villa Ada, preoccupato della sua sicurezza, della famiglia e dei reali, a 350 metri a nord della Palazzina. L’accesso venne realizzato a livello, e vi potevano accedere anche autovetture. In caso di attacco aereo non era certo consigliato percorrere la distanza a piedi. Percorrendo una breve galleria, un paio di curve, si arriva alla massiccio portone a due ante, di 1.800 kg cadauna, fatte di cemento colato nel ferro.

Il rifugio si compone di due stanze e una camera ad alta pressione, attrezzata con filtri per depurazione e ricambio aria, e un sistema di areazione azionata da delle biciclette statiche, elettrovenitlatori a pedaliere, in caso di malfunzionamento o interruzione di energia elettrica.

Lo spazio per gli automezzi è circolare, amplio, con lo spazio per tre vetture. Due bagni, un anticamera e due stanze di servizio completano il tutto. La via di fuga secondaria era raggiungibile salendo una scala a chiocciola di 40 gradini.

portone ingresso

Il rifugio è caduto nel dimenticatoio per 70 anni, era assunto alle cronache come il Bunker del Diavolo, regno di vandali, mendicanti e writers. Si è presunto che sia stato utilizzato per riti tipo satanico, considerate le scritte e i disegni inneggianti a satana. Il Comune di Roma ha installato una cancellata nel 2012 per porre fine a tale scempio. I lavori di recupero sono iniziati nel 2015 grazie all’Associazione Roma Sotterranea, sotto la supervisione della Sovrintendenza Capitolina.

Il 24 marzo del 2016 la riapertura al pubblico che, per motivi legati alla posizione, non è continuativa.

Oltre alla normale programmazione delle visite, sono state previste delle aperture speciali, senza prenotazione, nei giorni 25 aprile, 1 maggio, 21 maggio, 2 giugno, 18 giugno, 16 luglio, dalle ore 14 alle ore 19 come ultimo ingresso. La visita, libera e senza guida, avrà un costo di € 5,00 e sarà gratuita per i bambini sotto i 10 anni. Una passeggiata a Villa Ada con annessa visita del rifugio, non è di poca cosa.

Per tutte le informazioni e per le visite guidate, consultare il sito istituzionale dell’evento.

Associazione Culturale Il Segreto di Aladino

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I Fori dopo i Fori ovvero il quotidiano dopo l’antichità

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I Fori Imperiali, cuore pulsante dell’antica città di Roma, sono da sempre oggetto di interesse storico-archeologico, posti sotto la lente di studiosi e grande sito di ricerca.

L’area, infatti, non ci racconta solo delle vestigia della grande Roma, ma narra molto di più. In questa zona, nell’arco degli ultimi 25 anni, sono stati rinvenuti dei veri e propri tesori, consistente in reperti tra cui pezzi unici, che hanno gettato una luce nuova su cosa accadesse tutti i giorni nei Fori Imperiali durante il periodo medievale e moderno.

Roma oltre Roma, potremmo dire. Può dare un senso particolare pensare a questa città come altro rispetto alla storia classica, che in tutto il mondo conoscono.

Ceramiche, sculture, monete, oggetti di uso quotidiano e destinati al culto religioso, la maggior parte dei quali ancora mai esposti, compongono la mostra I Fori dopo I ForiLa vita quotidiana nell’area dei Fori Imperiali dopo l’antichità, ospitata nei Mercati di Traiano e che potremo ammirare fino al 10 settembre 2017.

Sopra i resti dei Fori nei secoli si sono stratificati altri reperti e testimonianze della vita, che in essi si conduceva.

Già prima dell’Anno Mille in tale area sorgevano nuclei abitati e piccole chiese. Lo scenario subisce un ulteriore cambiamento alla fine del XVI Secolo, quando iniziano i lavori, promossi dal cardinale Michele Bonelli, per la realizzazione del Quartiere Alessandrino, così chiamato dal soprannome del cardinale.

Arriviamo agli anni 30 quando Benito Mussolini decide di aprire Via dei Fori Imperiali, radendo al suolo le case e le chiese del quartiere, cancellando così secoli di storia e di vita con tutto il suo portato anche in termini artistici.

Tutto ciò viene ricostruito grazie ad un viaggio, che si incentra, appunto, su 310 reperti archeologici, tra i quali ci sono oggetti prodotti nelle botteghe locali e/o appartenuti agli abitanti.

Questo percorso inizia con una parte introduttiva – che racconta ai visitatori le trasformazioni subite dai Fori dall’antichità, passando poi per il periodo fascista, fino ai cantieri per del Grande Giubileo -, composta di pannelli didattici e un video.

A seguire si arriva alla prima delle 4 sezioni in cui è articolata la mostra: Gli oggetti della vita quotidiana, divisa in periodi, che si lega alla seconda, I vasai del Rinascimento; la terza sezione è dedicata a Gli abitanti famosi.

Il percorso si chiude con la storia delle costruzioni religiose: Chiese e conventi.

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La mostra si può visitare tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30, la biglietteria chiude un’ora prima. Per i residenti a Roma e la prima domenica del mese l’ingresso è gratuito.

Il costo del biglietto integrato museo + mostra “I Fori dopo i Fori. La vita quotidiana nell’area dei Fori Imperiali dopo l’Antichità” intero è di € 13,00, mente ridotto scende a € 11,00.

Per i cittadini residenti nel Comune di Roma è necessario esibire un documento valido, che attesti la residenza, e il costo del biglietto diventa pari a € 11,00 quello intero e a € 9,00 il ridotto.

I Mercati di Traiano si trovano in Via IV Novembre, 94.

Tutte le info sul sito istituzionale dei Mercati di Traiano

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